Bamberga: la città dove tutto sa di fumo (nel senso buono)
Per capire la Rauchbier dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e soprattutto nello spazio, precisamente in Baviera, nella regione della Franconia. Qui, su sette colli (sì, proprio come Roma) sorge Bamberga, una cittadina medievale talmente bella da essere Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993.
Ma Bamberga non è famosa solo per il suo Duomo millenario o per le case a graticcio. No, Bamberga è la capitale mondiale della birra affumicata. E se sei un appassionato di birra, pronunciare “Bamberga” è come dire “Lourdes” per un pellegrino: devi andarci almeno una volta nella vita.
La leggenda dell’incendio (e del birraio furbo)
Ogni birra che si rispetti ha la sua leggenda, e la Rauchbier non fa eccezione. Si narra che nel Medioevo un birrificio di Bamberga andò a fuoco. Le fiamme divorarono tutto, ma miracolosamente i sacchi di malto nel magazzino rimasero intatti… o quasi. Erano stati letteralmente affumicati dal fumo dell’incendio.
Il povero birraio, in gravi difficoltà economiche e senza alternative, decise di usare comunque quel malto “rovinato” per fare la birra. E qui arriva il colpo di scena: ai cittadini di Bamberga piacque. Anzi, ne vollero ancora. E così nacque uno stile che avrebbe attraversato i secoli.
Bella storia, vero? Peccato sia (probabilmente) tutta una leggenda. La realtà è molto più semplice e allo stesso tempo affascinante.
La vera storia: quando tutte le birre sapevano di fumo
Prima del XIX secolo, tutte le birre avevano un sapore affumicato. Non per scelta, ma per necessità. Il malto, cioè l’orzo germogliato che serve per fare la birra, doveva essere essiccato per bloccare la germinazione e stabilizzarlo. E come lo essiccavano? Sul fuoco, ovviamente.
Il processo era semplice: si stendeva il malto su una griglia metallica a maglia stretta, sotto la quale ardeva un bel fuoco di legna. Il calore essiccava i chicchi, ma inevitabilmente il fumo saliva, attraversava la griglia e impregnava il malto di quegli aromi che oggi riconosciamo come tipici della Rauchbier.
Insomma, fino al 1800 circa, ogni birra europea aveva note affumicate più o meno intense. Era la normalità.
Poi arrivò il progresso (e il fumo scomparve)
Con la rivoluzione industriale arrivarono i kiln, forni moderni che permettevano di essiccare il malto con calore indiretto, senza contatto con il fumo. Più efficienti, più economici, più sicuri (meno rischi di incendi). E così, lentamente, il sapore affumicato scomparve dalle birre.
Tutti i birrifici europei adottarono la nuova tecnologia. Tutti tranne… indovina un po’? Bamberga. O meglio, due birrifici di Bamberga: lo Schlenkerla (fondato nel 1405) e lo Spezial (dal 1536). Questi ostinati franconi continuarono a produrre malto affumicato come si era sempre fatto, mantenendo viva una tradizione millenaria.
E oggi, grazie alla loro testardaggine, possiamo ancora assaggiare la birra come la bevevano nel Medioevo.
Lo Schlenkerla: il tempio del fumo
Non si può parlare di Rauchbier senza parlare dello Schlenkerla, il birrificio più famoso di Bamberga e probabilmente del mondo quando si parla di birre affumicate.
Il birraio zoppo e il soprannome immortale
Il birrificio si chiama ufficialmente Heller-Bräu, ma tutti lo conoscono come Schlenkerla. E qui c’è un’altra storia curiosa. Nel 1877, un certo Andreas Graser prese le redini del birrificio. Andreas era un uomo dal carattere forte ma aveva un problema: zoppicava vistosamente a causa di un incidente con un barile (rischi del mestiere per un birraio, verrebbe da dire).
In tedesco francone, “schlenkern” significa camminare barcollando, zoppicando. E così Andreas divenne affettuosamente “Schlenkerla” – “il piccolo zoppicante”. Il soprannome rimase attaccato non solo a lui, ma al birrificio stesso e alla sua birra iconica.
La taverna: un santuario (birrario)
La Brauerei Schlenkerla non è solo un birrificio, è un’esperienza. La taverna, con le sue stube storiche e la ex cappella dei Domenicani del 1310, è un luogo di pellegrinaggio per appassionati da tutto il mondo. I muri di legno scuro, i tavoloni lucidi, i soffitti ad arco… quando entri sembra di fare un tuffo nel Medioevo.
E poi c’è la birra. Spillata direttamente dalle botti di legno, servita nei classici Seidla (boccali da mezzo litro), la Schlenkerla Rauchbier ha un sapore che non si dimentica. Dicono che il primo sorso spiazza, il secondo incuriosisce, e dal terzo in poi non ne puoi più fare a meno. Ed è vero.
Come si fa una Rauchbier: l’arte di domare il fumo
Ok, basta con la storia romantica. Come diavolo si fa una birra affumicata? Qual è il segreto che rende la Rauchbier così unica?
Il malto: tutto parte da qui
La differenza fondamentale tra una Rauchbier e qualsiasi altra birra sta nel malto affumicato (in tedesco: Rauchmalz). Il processo di maltazione è identico fino a un certo punto:
- Ammollo: l’orzo viene bagnato per attivare la germinazione
- Germinazione: per circa 7 giorni i chicchi germinano, sviluppando enzimi che serviranno poi per trasformare l’amido in zuccheri fermentabili
- Essiccazione: e qui arriva la magia
Invece di usare un forno moderno, il malto viene steso su una griglia metallica sotto la quale arde un fuoco alimentato esclusivamente da legno di faggio (in tedesco: Buche). Non un legno qualsiasi: deve essere faggio della Steigerwald, la foresta appena a ovest di Bamberga, invecchiato almeno tre anni.
Perché proprio il faggio?
Il faggio non è una scelta casuale. È un legno duro, che brucia lentamente e produce un fumo dolce, avvolgente, mai aggressivo. Sentori di legno tostato, note balsamiche, un pizzico di resina… tutto questo finisce nel malto e poi, ovviamente, nella birra.
Alcuni birrifici sperimentano con legno di quercia, ma i puristi bamberghesi giurano sul faggio. E quando assaggi una Schlenkerla, capisci perché.
Il resto del processo
Una volta ottenuto il malto affumicato, il processo di produzione segue quello di una classica Märzen tedesca, cioè una lager ambrata a bassa fermentazione:
- Ammostamento: il malto (affumicato e non) viene miscelato con acqua calda per estrarre gli zuccheri
- Bollitura: il mosto viene bollito con luppoli nobili tedeschi, che donano un amaro delicato e terroso
- Fermentazione: lieviti a bassa fermentazione lavorano lentamente, creando una birra pulita e maltata
- Maturazione: settimane (o mesi) di riposo a freddo per arrotondare il tutto
Il risultato? Una birra dal colore ramato scuro, con una schiuma densa e persistente, e un profilo aromatico che ti catapulta davanti a un camino acceso.
Rauchbier: cosa aspettarsi al naso e al palato
Ok, abbiamo capito come si fa. Ma di cosa diavolo sa una Rauchbier? Prepariamoci all’esperienza sensoriale.
All’olfatto: benvenuti al barbecue
Quando apri una bottiglia di Rauchbier (o meglio ancora, quando te la servono spillata), la prima cosa che ti colpisce è il fumo. Ma non un fumo acre e fastidioso tipo sigaretta. No, è il profumo di:
- Legna di faggio che brucia lentamente
- Bacon croccante in padella
- Scamorza affumicata appena tagliata
- Speck del Alto Adige
- Brace viva sotto la griglia
- Prosciutto affumicato di Praga
Dietro questi sentori affumicati dominanti si nascondono note maltate: biscotto, pane tostato, caramello leggero. E se la birra è ben fatta, un pizzico di luppolo erbaceo che bilancia il tutto.
Al palato: l’equilibrio è tutto
Qui viene il bello. Una Rauchbier ben fatta non deve essere solo fumo. L’equilibrio è la chiave.
Entrata: morbida, quasi oleosa. Il corpo è medio-pieno, la carbonazione moderata. Il malto si fa sentire subito con dolcezza caramellata.
Sviluppo: ecco che arriva il fumo. Ma non come uno schiaffo in faccia. Si integra con il malto, creando un effetto “caramello affumicato” incredibilmente avvolgente. Sentori di legno tostato, un pizzico di resina, quella sensazione di “calore” (non alcolico, proprio il calore del fuoco).
Finale: un amaro leggero dai luppoli nobili tedeschi pulisce la bocca, lasciando persistenza di fumo che invita al sorso successivo. Non è mai stucchevole, non è mai troppo. Se chiudi gli occhi, ti sembra di essere seduto davanti a un camino con un tagliere di salumi.
La gradazione alcolica
Le Rauchbier classiche si attestano tra i 5% e 6,5% vol. Non sono birre potenti, anzi. La bevibilità è una caratteristica fondamentale: nonostante l’intensità aromatica, devono scorrere piacevolmente. E fidati, quando trovi l’equilibrio giusto, vai avanti sorso dopo sorso senza neanche accorgertene.
Gli abbinamenti: quando il fumo incontra il cibo
Parliamoci chiaro: la Rauchbier è nata per essere bevuta a tavola. Non è una birra da aperitivo leggero o da bere distrattamente davanti alla TV. È una birra da grigliata, da tavolata, da convivialità.
Il re degli abbinamenti: la griglia
Se c’è un abbinamento che ti cambia la vita, è Rauchbier + grigliata. Il motivo è semplice: concordanza totale. Il fumo della birra esalta e arrotonda il fumo della carne grigliata, creando un’esperienza a 360 gradi.
Cosa grigliare?
- Bratwurst (le salsicce tedesche): abbinamento patrimoniale, obbligatorio
- Bistecche (fiorentina, costata, ribeye): il grasso si scioglie con la birra, il fumo amplifica il sapore della carne
- Costine di maiale: dolci, succose, affumicate dalla griglia… un matrimonio perfetto
- Pollo allo spiedo: la birra bilancia il grasso della pelle croccante
- Pesce alla griglia (salmone, tonno, spada): funziona alla grande, soprattutto con pesci grassi
Salumi affumicati: ovvio ma vincente
Se non hai il barbecue acceso (o è inverno e fa troppo freddo), un bel tagliere di salumi affumicati è la scelta perfetta:
- Speck dell’Alto Adige: il Re degli abbinamenti. Fumo su fumo, dolcezza su dolcezza
- Prosciutto affumicato (tipo Praga o Black Forest)
- Pancetta affumicata
- Salsiccia stagionata affumicata
- Mortadella (che ha note affumicate nei pistacchi tostati)
Formaggi: cercate quelli stagionati o affumicati
La Rauchbier ama i formaggi decisi:
- Formaggi affumicati (scamorza, provola, caciocavallo affumicato): concordanza perfetta
- Formaggi stagionati (Parmigiano Reggiano 36 mesi, Pecorino stagionato): la sapidità incontra il fumo
- Gouda stagionato: dolce e caramellato, ottimo contrasto
- Cheddar invecchiato: intensità su intensità
- Formaggi erborinati leggeri (Gorgonzola dolce): funziona meglio di quanto pensi
Piatti strutturati: quando serve carattere
La Rauchbier non ha paura di piatti robusti:
- Stufati di carne (gulasch, brasato, spezzatino): il fumo aggiunge profondità
- Arrosti di maiale: la dolcezza del maiale ama il fumo
- Selvaggina (cinghiale, cervo): carni forti che reggono il carattere della birra
- Funghi porcini trifolati: l’umami dei funghi dialoga con il malto affumicato
E con i dolci? Sì, funziona!
Può sembrare strano, ma la Rauchbier si abbina anche ad alcuni dolci:
- Torta al cioccolato fondente: il cacao tostato ama il fumo
- Budino di pane: dolcezza che bilancia l’affumicato
- Caramello salato: concordanza quasi magica
- Formaggi da dessert (Stilton con miele): chiusura perfetta per una cena
Rauchbier vs altre birre affumicate: non sono tutte uguali
La Rauchbier di Bamberga non è l’unica birra affumicata al mondo. Nel corso dei secoli (e soprattutto con il boom del craft brewing), sono nate interpretazioni diverse dello stesso concetto.
Le Grodziskie polacche
In Polonia, nella città di Grodzisk (Grätz in tedesco), si produceva una birra affumicata molto particolare: la Grodziskie. A differenza della Rauchbier, usava:
- 100% frumento maltato (non orzo)
- Legno di quercia per l’affumicatura
- Alta fermentazione
- Gradazione più bassa (3-4%)
- Profilo più acido e leggero
Purtroppo lo stile si estinse quasi completamente, ma alcuni birrifici craft lo stanno riscoprendo.
Le Porter e Stout affumicate
Molti birrifici artigianali, soprattutto americani e italiani, creano versioni affumicate di Porter e Stout. Qui l’affumicatura è spesso ottenuta con:
- Malti affumicati con legni diversi (ciliegio, melo, mesquite)
- Invecchiamento in botti di whisky affumicato
- Aggiunta di malti torrefatti che danno note di caffè tostato
Il risultato è molto diverso da una Rauchbier: più scuro, più corposo, meno “pulito”.
Le interpretazioni italiane
Alcuni birrifici italiani si sono cimentati con lo stile, portando il proprio tocco:
- Uso di mieli locali (castagno, acacia)
- Affinamento in botte
- Contaminazioni con altre tradizioni (ad esempio Belgian Ale affumicate)
Come servire e bere una Rauchbier
Ok, hai comprato la tua bottiglia di Rauchbier (o magari sei a Bamberga e l’hai appena ordinata). Come la bevi per apprezzarla al meglio?
Temperatura: fresca ma non ghiacciata
La Rauchbier va servita tra 8°C e 12°C. Non troppo fredda (chiuderebbe gli aromi affumicati) ma neanche a temperatura ambiente (l’alcol diventerebbe invadente).
Consiglio: tira fuori la bottiglia dal frigo 10-15 minuti prima di berla.
Il bicchiere: largo e capiente
Per apprezzare gli aromi serve un bicchiere adeguato:
- Calice belga: concentra i profumi
- Boccale tedesco (Seidla): tradizionale e pratico
- Tumbler ampio: va benissimo
- Bicchiere a tulipano: elegante ed efficace
Evita le pinte cilindriche strette: disperdono troppo l’aroma.
La schiuma: parte dell’esperienza
Una buona Rauchbier deve avere una schiuma densa, cremosa, persistente. Non è solo estetica: la schiuma trattiene gli aromi volatili e li rilascia progressivamente.
Versa inclinando il bicchiere a 45°, poi raddrizzalo verso la fine per creare una bella corona di schiuma.
Il primo sorso: respira e goditi
Molti neofiti al primo sorso di Rauchbier rimangono spiazzati. È normale. Il fumo è intenso, inaspettato, quasi straniante.
Non giudicare al primo sorso. Bevi lentamente, lascia che il palato si abitui. Vedrai che dal secondo-terzo sorso inizierai a cogliere sfumature, equilibrio, complessità. E dal quarto… beh, dal quarto stai già pensando di ordinarne un’altra.
Rauchbier in Italia: dove trovarle e cosa provare
In Italia le Rauchbier non sono esattamente comuni. Non le trovi al supermercato e nemmeno in tutti i locali. Ma la situazione sta migliorando, grazie a:
- Beer shop specializzati: sempre più forniti di birre tedesche
- Locali craft beer: che importano le migliori Rauchbier di Bamberga
- E-commerce di birre artigianali: spedizioni dirette a casa
Le classiche da cercare:
- Aecht Schlenkerla Rauchbier Märzen (5,1%): l’icona, il riferimento assoluto
- Spezial Rauchbier (5,1%): l’altra colonna di Bamberga, leggermente più delicata
- Schlenkerla Urbock (6,5%): versione più alcolica e intensa, stagionale
E poi ci sono le interpretazioni italiane. Alcuni birrifici artigianali stanno sperimentando con malti affumicati, creando versioni moderne e interessanti dello stile. Vale la pena esplorare.
La Lilly Smoke del Birrificio Artigianale Styles: fumo italiano con anima tedesca
E arriviamo finalmente a lei: la Lilly Smoke, la Rauchbier del Birrificio Artigianale Styles. Una birra che porta la tradizione di Bamberga nel cuore delle Marche, con risultati che hanno conquistato giurie ed esperti.
La birra che ha conquistato la giuria di esperti
Nel 2024, la Lilly Smoke si è classificata seconda nella categoria “Birre chiare, ambrate e scure, alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, affumicate e torbate” del concorso Birra dell’Anno di UnionBirrai, il più importante riconoscimento per le birre artigianali italiane.
Un risultato che non è casuale. La Lilly Smoke è una Rauchbier che rispetta la tradizione ma non la scimmiotta: è autentica, equilibrata, accessibile.
Caratteristiche tecniche
Stile: Rauchbier tedesca in stile Bamberga Gradazione alcolica: 6% vol. Colore: Ramato con riflessi ambrati Schiuma: Bianca, densa, pannosa e persistente
Il profilo organolettico
Al naso: sentori affumicati molto evidenti ma mai aggressivi. Il legno di faggio si fa sentire subito, portando con sé note di:
- Affumicato dolce e avvolgente
- Malto caramellato
- Biscotto tostato
- Un pizzico di resina balsamica
In bocca: ecco dove la Lilly Smoke sorprende. Il bouquet di caramello affumicato è incredibilmente morbido. Non c’è quella ruvidezza che a volte si trova nelle Rauchbier troppo intense. Invece, tutto scorre piacevolmente:
- Dolcezza maltata ben bilanciata
- Fumo che si integra senza dominare
- Leggero amaro di luppoli nobili tedeschi (elegante, mai invadente)
- Bevibilità sorprendente per un 6%
Nel complesso: una birra che riesce nell’impresa difficile di essere intensa ma facile da bere. Puoi tranquillamente berla da sola, contemplandone la complessità, oppure accompagnarla a salumi affumicati o a una bella grigliata. In entrambi i casi, funziona alla perfezione.
Perché la Lilly Smoke è perfetta per scoprire lo stile
Se non hai mai provato una Rauchbier e hai paura che il fumo sia troppo intenso, la Lilly Smoke è il punto di partenza ideale:
- Equilibrio perfetto: il fumo c’è, si sente, ma non sovrasta tutto il resto
- Bevibilità alta: nonostante il 6%, scorre piacevolmente
- Versatilità negli abbinamenti: funziona con molti piatti diversi
- Qualità riconosciuta: il secondo posto al Birra dell’Anno non è un caso
- Produzione artigianale italiana: puoi scoprire uno stile tedesco senza importare dalla Germania
Con cosa berla?
La Lilly Smoke dà il meglio di sé con:
Abbinamenti classici:
- Salumi affumicati (speck, prosciutto di Praga, pancetta)
- Grigliata mista (salsicce, costine, bistecche)
- Formaggi stagionati o affumicati (scamorza, provola, pecorino)
Abbinamenti sorprendenti:
- Salmone affumicato su crostini
- Pulled pork in salsa BBQ
- Hamburger con bacon croccante
- Polenta concia con funghi porcini
- Risotto ai funghi e salsiccia
Momento ideale: Serate autunnali o invernali, quando vuoi qualcosa che ti scalda e ti avvolge. Perfetta per un BBQ con amici, una cena importante o semplicemente per coccolarti dopo una giornata intensa.
Dove trovarla
La Lilly Smoke è disponibile in lattina da 33cl, perfetta per:
- Portarla a una grigliata
- Berla fresca direttamente dalla lattina (o versarla in un bicchiere, se sei più raffinato)
- Conservarla in frigo senza occupare troppo spazio
Puoi ordinarla direttamente sul sito del Birrificio Artigianale Styles e fartela recapitare a casa.
LILLY SMOKE
La “Rauchbier” è uno stile tedesco a bassa fermentazione…
Quante birre ti fanno pensare a un luogo preciso, a una tradizione millenaria, a un sapore che non hai mai provato? La Rauchbier è tutto questo. Non è la solita IPA, non è la solita Lager. È qualcosa di diverso, che ti porta indietro nel tempo e ti fa capire come bevevano i nostri antenati.
Bere una Rauchbier ti abitua a complessità e sfumature. Dopo aver apprezzato il fumo di una buona Rauchbier, sarai in grado di cogliere sfumature tostate, affumicate e maltate in qualsiasi altra birra. Migliori come degustatore.
Non è una birra per tutte le stagioni, è vero. Ma quando è il momento giusto la Rauchbier è imbattibile.
Non ti resta che provarla.
E ricorda: la prima volta ti spiazza. La seconda ti incuriosisce. Dalla terza in poi… beh, dalla terza in poi sei perso. Nel senso migliore del termine.
Prost, e benvenuto nel mondo affumicato della Rauchbier!
P.S. Vuoi scoprire altre birre artigianali e i loro stili? Continua a seguire il blog del Birrificio Artigianale Styles per approfondimenti, curiosità e consigli di degustazione.
